Perché raccogliere i rifiuti organici e trasformarli in compost?
In fondo che male fanno, tanto non sono biodegradabili?
In realtà i rifiuti organici sono scomodi e occupano un grande volume: ben più della metà dei rifiuti domestici è di natura organica. Il vero probema è che:
- in discarica producono fermentazione e liquido dannoso (percolato) che può scendere in profondità, sino ad inquinare le falde acquifere
- in qualsiasi tipo di stoccaggio necessitano di adeguata cura e manutenzione (canali di raccolta, pozzetti, scoli adeguati)
- negli inceneritori rallentano la combustione, a causa del loro alto tasso di umidità
Per tempi lunghissimi l’uomo è sopravvissuto di soli frutti e raccolti spontanei. Il terreno si riequilibrava in modo naturale e l’humus si accumulava col ritorno di materia vegetale ed animale decomposti. Con le prime colture della terra l’uomo ricreava humus con escrementi animali, foglie e rifiuti di attività agricole e sociali. Ai tempi dei feudi e dei castelli arroccati e chiusi, dove l’uomo doveva imparare a vivere in spazi angusti per necessità e per difesa, nacque l’arte di compostare i rifiuti che uomini, bestiame e colture agricole producevano in spazi ristretti. Si raccoglievano i rifiuti organici e scarti di fibre vegetali in cumuli, controllando che non vi fosse mai eccessiva umidità o eccessiva esposizione al sole, in modo che i vari materiali opportunamente mescolati e protetti, potessero fermentare e decomporsi, per tornare nuovamente alla terra come fertilizzante prezioso.
Altro che concimi chimici!
HUMUS = HOMO
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Fonte: “Compostaggio”, stampa informativa (su carta riciclata) degli anni ’90 patrocinata dalla Regione Lombardia, dal Comune di Mantova, Azienda Servizi Municipalizzati di Mantova, dal Consorzio Intercomunale Mantovano per l’Ecologia. Testi a cura di Mario Odini.
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