venerdì 21 febbraio 2020

Protezioni antileccamento post-intervento chirurgico




Quando il nostro amico quattrozampe deve affrontare un intervento chirurgico... calma e sangue freddo.
Tendiamo a focalizzare tutta la nostra ansia solo sull’operazione, ma ci scordiamo che poi che il processo di guarigione richiede altrettante cure e premure. 
Dunque manteniamo la calma e la forza necessaria a rassicurare il nostro fido, che dovrà affrontare questa sua esperienza, e prepariamoci a predisporre per tempo l’ambiente migliore per accoglierlo ed accompagnarlo nel delicato periodo di convalescenza post-operatoria.

A seconda dei casi e delle zone interessate, il veterinario ci raccomanderà di procurarci alcune “protezioni” come un collare speciale o una maglietta per impedire che il cane si giri e cerchi di leccarsi le ferite.

Qualche leccatina in sé non fa male, è vero, ma poi una tira l’altra, come le ciliegie, e l’insistenza costante finisce col togliere medicazioni e punti sino a riaprire e infettare la ferita. E non importa che un cane sia diverso dall’altro, o che abbia abitudini ben distinte: qualsiasi cane (o gatto) si lecca. Chi in modo più concitato ed evidente, chi in modo più tranquillo e nascosto, ma per istinto si lecca. Abituato in natura a pulirsi e a calmare pizzicori da parassiti con una bella leccata, per istinto cercherà di leccare e mordicchiare anche le ferite chirurgiche. Quando poi si avvia il processo di cicatrizzazione, è ancora peggio: si crea quel pruritino irresistibile che attirerà ancora di più mordicchiamenti e leccate.

Quindi armiamoci di pazienza. Se il medico ce lo chiede, “imbraghiamo” il nostro fido nei tutori protettivi e somministriamo gli antibiotici o i farmaci prescritti sino alla completa guarigione.

I collari protettivi o le magliette post-operatorie sono forse un po’ fastidiosi da indossare, ma dobbiamo avere le idee chiare: meglio piccoli disagi per brevi periodi che una convalescenza lunga, rischiosa e tormentata, fra possibili andirivieni dal veterinario per complicanze varie. Non metteremmo forse il gesso alla gamba rotta di un bambino solo perché il poverino non riuscirebbe a correre per un mese? Quello che serve serve, non cediamo a capricci e sguardi pietosi.

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Fonti: dott.sa veterinaria Manuela Chimera su ‘petsblog’

TUTORI DI PROTEZIONE

Collare
Il più classico è quello “elisabettiano”, fatto come un grosso imbuto di plastica attorno al collo. Questo gli impedisce di girarsi, gli ostruisce un poco la visuale, ma per il resto consente al cane una vita piuttosto dignitosa. Un po’ fastidioso all’inizio, ma non così tragico. Se rimaniamo sereni e aiutiamo il nostro fido ad adattarvisi, magari lasciandogli più spazio e spostando gli ostacoli più difficili da superare, si abituerà nel giro di qualche giorno. I movimenti rimarranno un po’ goffi e impacciati, a causa della visuale limitata, ma potrà comunque continuare a fiutare, mangiare e bere dalla ciotola - larga e bassa - come prima.
Attenzione però, il collare elisabettiano deve essere della giusta lunghezza! Se ne compriamo uno più piccolo per timore che lo opprima troppo, il cane riuscirà a leccarsi lo stesso e non gli faremo certo un buon servizio.


Una variante del collare elisabettiano è quello a ciambella, in stoffa semirigida, morbida e flessibile, che si estende in larghezza, ma libera completamente la visuale e i movimenti. La sua flessibilità consente di attenuare l’impatto di eventuali urti contro mobile e pareti e consente che il soggetto possa sdraiarcisi sopra in tutta comodità.
  




Comoda è anche la ciambella gonfiabile, meno invasiva, da portare per passeggiate o nelle ore di gioco.

    
Oggi, però esistono in commercio anche collari protettivi in stoffa rigida, lavabili, traspiranti, ergonomici ed efficienti come il collare elisabettiano, ma molto meno invasivi. Essi impediscono i movimenti del collo per evitare che il cane si volti e si lecchi, ma non ostacola in alcun modo né la visuale né il muso per la prensione degli alimenti. In questo modo rimangono riparate la zona del torace, ventre, fianchi, zona perianale e parti della zampa anteriore (da spalla a gomito).


Maglietta/Body
Se l’intervento è stato particolarmente delicato, se il cane (o il gatto) è particolarmente difficile da gestire, oppure più semplicemente se il padrone è troppo sensibile o ansioso per reggere alla vista di un collare, allora si può ricorrere ad un altro tipo di copertura per le ferite: la maglietta, o il body post-operatorio. Strumento efficace che ripara senza ostacolare i normali movimenti dell’animale.

Ne esistono di forma specifica per cani, facili e comode da indossare, con apertura lungo la schiena e parti imbottite per assorbire eventuali perdite da incontinenza o da normale evacuazione, oppure si può ricorrere al fai-da-te: una maglietta o una canottiera per i cani di taglia grande, o un body da neonato per cani di taglia piccola, tagliati opportunamente all’altezza della coda. Per chi desidera sbizzarrirsi con l’arte del riciclo, si possono anche riutilizzare tubolari di tessuto di ogni genere, come sacchetti di stoffa, gonne, o quant’altro ci possa venire in mente da avvolgere attorno all’addome e la schiena del cane come un cappottino. Basta ricavare le aperture al punto giusto per far passare testa, zampe, coda e poter aprire re richiudere in zona inguine. Persino un tubolare di garza potrebbe andare, tagliato nei punti giusti.
I body post-operatori già confezionati risolvono meglio il problema, già sagomati e suddivisi per taglia, mentre per il fai-da-te è necessario fare qualche prova prima di tagliare le forme giuste: sarà necessario fare attenzione a che il body non sia troppo stretto all’inguine e alle ascelle (perché non dia fastidio alle medicazioni e alle ferite e che non segni la pelle durante i movimenti), ma anche che non sia troppo largo e cadente, perché potrebbe essere facilmente morso o graffiato e ridotto a brandelli.


               Body

Purtroppo un cerotto e una fasciatura, da soli, non risolvono, non tengono. Senza protezioni, in poco tempo si staccano, si spostano, rischiando anche di venire mangiate. Meglio ricoprire con body protettivo, che sia fabbricato su misura, oppure ricavato da vecchie magliette poco importa, basta che sia funzionale. In ogni caso, utilizzare un tessuto in cotone, o comunque lavabile, poiché quando s’inumidisce va cambiato.



                                                                                          Maglietta 
 

martedì 5 novembre 2019

Scopri i 5 sintomi di allergia ai cereali nel tuo cane




Avrai notato che il tuo amico peloso non sempre sa comprendere le qualità nutrizionali del cibo da ingerire. Che si tratti di filetto di manzo al pepe verde o di un ciuffo di erbacce maleodoranti sul ciglio della strada, i cani vi si avventano spesso con lo stesso entusiasmo. Spetta a noi verificare che gli alimenti scelti per la loro dieta non possano dar luogo a manifestazioni di intolleranza o allergie.
In origine i cani si alimentavano esclusivamente di carne e di piccole quantità di vegetali predigeriti dalle loro prede. Con l’avvento dell’alimentazione industriale si è iniziato ad utilizzare anche latticini, grano, mais, soia ed altro in aggiunta. Sempre più cani, però, hanno iniziato a mostrare intolleranza a questi nuovi ingredienti tramite effetti collaterali negativi.

Ecco i 5 sintomi principali che indicano una eventuale allergia nei confronti dei cereali.

1. Irritazione della pelle: in molti cani l'allergia ai cereali si manifesterà come una irritazione sulla superficie della pelle, causando spesso prurito e formazione di croste. Se notate il vostro cane grattarsi, in particolare intorno al muso, potrebbe essere necessario esaminare la scelta del miglior cibo "grain free" (= privo di grano/cereali) per alleviare questi sintomi.

2. Problemi digestivi: i cani, proprio come le persone, processano carne e verdure in modo molto più efficiente rispetto ai cereali. Quando il cane è allergico ai cereali e non viene alimentato con il miglior cibo "grain free", si possono verificare problemi di vomito, diarrea o evacuazioni frequenti (più di due al giorno).

3. Otiti: sintomi comuni di intolleranza ai cereali nei cani sono le infezioni dell'orecchio ricorrenti. Se il vostro cane si gratta o porta le zampe frequentemente alle orecchie, può essere un segno di intolleranza alimentare.

4. Affezioni alle ghiandole anali: nonostante sia normale per un cane, cercare sollievo sfregando di tanto in tanto la superficie delle proprie ghiandole anali, se notate che il vostro cane lo fa con una certa frequenza, significa che potrebbe essere un sintomo di affezione da allergia alimentare. Il sintomo può essere un vero problema, perché può portare anche alla rottura delle ghiandole stesse. Ai primi segni dell’aggravarsi del sintomo si consiglia di rivolgersi subito al veterinario.

5. Cambiamenti comportamentali: uno dei migliori metodi per identificare un'allergia ad un cane è quello di usare il proprio intuito per osservarne i cambiamenti di comportamento. I cani tentano infatti di nascondere i propri disagi, perciò è necessario osservarli bene per coglierne fin da subito i primi sintomi come il graffiare, un senso di indisposizione o letargia. In questo modo si riesce a sistemare il problema prima che si trasformi in qualcosa di più serio.


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Grain Free/Maiale, Patate dolci e Mele – Animondo - cane adult 
La linea di alimenti Animondo è priva di cereali, naturale, nutriente, facilmente digeribile. 

giovedì 18 aprile 2019

Parassiti e insetti molesti: come proteggere il cane e il suo riposo con la Permetrina

Spesso gli insetti che tormentano il nostro Fido s’infilano nella cuccia e non ci resta che disinfestare. Non sarebbe bello avere una cuccia.. repellente?
La ricerca veterinaria ha già pensato a come proteggere il riposo del nostro Fido trattando la cuccia con la Permetrina, un principio attivo assolutamente inodore, registrato nel 1977 alla Protezione Ambientale degli Stati Uniti come repellente e antiparassitario di estrema sicurezza (impiegato persino contro i pidocchi dei bambini). La statunitense Insect Shield ha studiato una formula che consente alla Permetrina di legarsi perfettamente alle fibre dei tessuti, e di mantenere la sua efficacia a lungo nel tempo, più o meno quanto  quella del tessuto stesso, prima che si rovini per l’usura (la casa ha testato una durata sino a 70 lavaggi o meno, a seconda della fibra trattata e della frequenza fra un lavaggio e l’altro).
La Permetrina tiene lontani molti tipi di insetti e parassiti he pungono, che vivono sulla cute del cane o che possono trasmettergli malattie.
In particolare, la Permetrina è efficace contro:


 Zanzare
Ve ne sono migliaia di specie, ma solo le femmine pungono, poiché necessitano di sangue per riprodursi.
Vivono in media 3-4 settimane e riescono a deporre sino a un migliaio di uova, in grado di schiudersi in sole 48 ore. Esse vivono e prosperano in ambienti umidi e in un clima relativamente caldo: terreni bagnati, pozze, fossati o qualsiasi altro ricettacolo d’acqua, persino l’abbeveratoio del cane, o il sottovaso dei fiori. Meglio prestare attenzione, svuotare, coprire o trattare con larvicidi tutte le zone domestiche di possibile ristagno.
Mentre i maschi rimangono vicini al loro luogo di nascita, le femmine volano lontano alla ricerca di sangue. Le loro prede sono le più disparate, dai cavalli ai bovini, dagli uccelli ad altri piccoli animali fino all’uomo. Sono attratte da vari fattori, come l’anidride carbonica espirata, il grado di umidità, il colore, il movimento o persino certi profumi. Esse colpiscono maggiormente al mattino e al tramonto, ma per lo più sono sempre attive, di giorno e di notte. La loro puntura è di per sé poco più che fastidiosa, ma la loro saliva può provocare reazioni allergiche di varia entità - dal prurito ai rigonfiamenti della pelle sino a situazioni più gravi - o veicolare virus di malattie pericolose, quali la malaria, il virus del Nilo occidentale, la filaria, o l’encefalite equina.

Zecche
Le zecche sono parassiti con otto piccole zampe che si attaccano al corpo di molti piccoli animali, come i roditori, ma anche di cani o cavalli per succhiarne lentamente il sangue sino a gonfiarsi. Con il loro apparato boccale colpiscono qualsiasi parte del corpo, nel cane, in particolar modo, la testa, il collo, le orecchie o gli spazi delle dita. Come le zanzare sono pericolose, perché tramite la loro saliva possono trasmettere malattie anche gravi, come la borreliosi di Lyme, l’ehrlichiosi, le febbri bottonose da rickettsiae, la tularemia, la febbre Q, la babesiosi e l’encefalite virale.
Ve ne sono centinaia di specie. Di soliti preferiscono i luoghi umidi e ombrosi, come i boschi, fra i cespugli e le foglie cadute o nei campi erbosi. Sono più attive in primavera o nelle giornate calde, ma possono sopravvivere anche d’inverno e stare per anni senza nutrirsi in attesa di una preda. Esse non volano, né saltano. Per passare su un ospite ne devono entrare in contatto: salgono su sporgenze e ciuffi d’erba ed attendono il passaggio di qualche animale a sangue caldo al quale attaccarsi.
Per prevenire le zecche è necessario effettuare trattamenti antipulci e anti-zecche e spazzolare regolarmente il cane, specialmente al ritorno da passeggiate tra i boschi: controllare passando le dita delle mani leggermente contropelo alla ricerca di piccoli noduli o sporgenze di 2-10 mm. Controllare anche i bambini dopo i giochi all’aperto, anche sui capelli e sugli indumenti. Meglio tenere l’erba del prato ben tagliata, rimuovere le foglie e potare gli alberi con frequenza per lasciar passare la luce del sole che toglie l’umidità dal terreno
Per staccare una zecca dalla pelle del cane, afferrarla delicatamente con una pinzetta stando il più vicino possibile alla pelle del cane, e tenendola saldamente, tirare verso l’esterno, facendo attenzione a non strattonare o ruotare troppo, perché potremmo spezzarla e lasciare nella pelle l’apparato boccale. Il maschio della zecca in genere si stacca subito, mentre la femmina richiede più pazienza. Bagnare abbondantemente con l’alcool.
Una volta staccata, disinfettare la zecca va bruciata o immersa nell’alcool. Non va assolutamente buttata per terra e schiacciata, perché in tal modo proseguirebbe il suo ciclo naturale: una volta gonfia e staccata dall’animale partorisce oltre 500 uova e muore, infestando l’ambiente.
Infine, disinfettare con cura la ferita.



Pulci
Sia le pulci maschio che femmina succhiano il sangue. Sono molto piccole e prive di ali, ma incredibilmente abili al salto. Fra le specie più comuni e più fastidiose vi è proprio la “pulce del cane”, marroncina, robusta e stretta. Si nutrono di diversi animali, come i cani, i gatti, i roditori e gli esseri umani.
Le uova si schiudono da 1 a 12 giorni dalla deposizione, e la larva completa il suo stadio da bozzolo a pupa nel giro di una o due settimane. Una volta adulta è pronta per cercare il suo pasto di sangue. Per le uova le pulci prediligono ambienti caldi e umidi, mentre per la loro attività si spostano in zone calde e secche.
Le pulci tendono ad annidarsi prevalentemente nella zona di riposo del cane, ma le loro uova possono cadere anche dal pelo del cane quando cammina, infestando ogni luogo dove soggiorna.
Oltre che trattare le aree del cane con sostanze antipulci, è sempre bene mantenere pulito e tagliato il prato, evitando zone umide ed accoglienti per le uova. Tenere il cane lontano dal contatto con animali selvatici e passare spesso con l’aspirapolvere le zone domestiche come cucce e tappeti.
Anche per questi parassiti il rischio maggiore è dato dal contatto con la loro saliva, che può provocare reazioni allergiche e prurito, oppure fungere da veicolo di gravi malattie. Anticamente le pulci hanno portato persino la peste, il tifo e la tularemia.

Mosche
Ne esistono ormai più di un milione di specie, sono alate, coperte di peli utili al tatto, all’odore e al gusto e vivono in qualsiasi zona e clima della Terra, tranne ai Poli.
Prediligono le zone ricche di spazzatura e di feci animali, ma poi si posano ovunque alla ricerca di cibo e di rifiuti, per questo risultano un pericoloso veicolo di patogeni di molti tipi di malattie, dalle più gravi come la febbre tifoide e il colera a quelle meno gravi, come infezioni di varia entità e dissenteria.
Esse si sviluppano tramite quattro fasi distinte di crescita: uovo (si schiude in 8-20 ore), larva (6-10 giorni), pupa (3-6 giorni) e adulto (15-31 giorni). Anche se hanno una vita breve, sono in grado di riprodursi molto facilmente, tanto che ciascuna mosca può arrivare a deporre anche un migliaio di uova all’interno di qualsiasi materiale biologico in decomposizione. Nello stadio di larve le mosche si nutrono prevalentemente di carne e di feci, ma una volta adulte preferiscono qualsiasi tipo di cibo zuccherino e volano senza ritegno attorno a persone e animali a caccia di qualcosa che le soddisfi.

Formiche
Anch’esse, come le mosche sono estremamente diffuse e ne esistono moltissime varietà di specie. Prediligono i climi caldi e tropicali, ma sopravvivono benissimo in qualsiasi zona. Le specie che si trovano nei climi temperati o freddi sono meno pericolose, mordono raramente le persone. Ve ne sono alcune specie, però, come le formiche, rosse, il cui morso può provocare un fastidioso bruciore o una reazione allergica più significativa anche grave, specialmente per i soggetti più sensibili.
I formicai si trovano ovunque in natura, sotto il terreno, in zone buie e nascoste come un tronco cavo, ma non di rado si possono trovare nidi anche nelle zone abitate, lungo i marciapiedi o in qualche anfratto o fessura dei luoghi domestici. In tal caso è necessario intervenire con i prodotti anti-formica per debellarli e disinfestare la zona.

Ragnetti rossi
I ragnetti o acari rossi sono degli aracnidi sostanzialmente innocui per l’uomo e per gli animali domestici, ma i morsi delle loro larve possono causare allergie. Le larve sono piccolissime, tanto che quasi non si vedono ad occhio nudo. Nascono a sei zampe, in primavera e vanno in cerca di prede di cui nutrirsi: con i loro artigli si attaccano alla pelle (per lo più delle foglie, sono fitofagi!), iniettano la loro saliva che liquefa le cellule della pelle e se ne alimentano. Dopo circa 4 giorni, crescono al punto da mutare stadio e si sviluppano sino a divenire adulti a 8 zampe, molto piccoli, ma visibili a occhio nudo. In realtà la maggior parte delle specie dei ragnetti rossi è fitofaga, e infesta solo le piante, oppure si ciba anche di altre larve dannose, di altri aracnidi, di sostanze in decomposizione o di escrementi di uccelli.
Amano il clima caldo e quindi la stagione primaverile o estiva, ma stanno preferibilmente al fresco, in zone ombreggiate. Spesso il genere Balaustium murorum lo troviamo su balaustre e terrazzi o lungo i muretti del giardino. Non serve ucciderli, basterà tenerli lontani. Se si attaccassero ai vestiti o alla pelle è sufficiente sciacquare bene la parte con acqua calda e sapone. Attenzione poi a non schiacciarli, lascerebbero macchioline rosse sui vestiti, davvero difficili da smacchiare!

Moscerini
Anche i moscerini, ben più piccoli di una mosca, sono piuttosto innocui, ma si muovono in gran numero sciami e sono fastidiosi. Alcune specie si comportano come le zanzare, le cui femmine, per riprodursi, succhiano il sangue.
Vivono in ogni parte del mondo, ma soprattutto nelle zone umide, come le coste marine o lacustri, o le paludi.
I moscerini che mordono lo fanno più frequentemente all’alba o la tramonto, e quando attaccano volano in gran numero. Le loro punture quasi non si avvertono, ma subito dopo può nascere prurito o altre eventuali reazioni allergiche. Raramente i moscerini riescono a veicolare patogeni di gravi malattie come le zanzare, le mosche o le pulci.


Considerato l’ampio raggio di azione contro tutte queste  tipologie di parassiti la Permetrina si dimostra dunque una scelta ottimale per trattare la stoffa della cuccia e proteggere il riposo del nostro Fido.
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Avvertenza: I materiali trattati alla Permetrina sono ideali e sicuri per il nostro Fido, possono entrarne a contatto anche i cani giovani o le femmine in gravidanza, non vi è alcuna controindicazione.
Qualche problema di intolleranza potrebbe nascere però con i gatti, che non risultano compatibili a questo principio attivo. In assenza di una letteratura scientifica approfondita sulle conseguenze e le controindicazioni per i felini, è preferibile tenerli lontano dalle cucce trattate alla Permetrina. D’altro canto si sa, alle volte fra cani e gatti non corre buon sangue!











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Fonti: