martedì 5 novembre 2019

Scopri i 5 sintomi di allergia ai cereali nel tuo cane




Avrai notato che il tuo amico peloso non sempre sa comprendere le qualità nutrizionali del cibo da ingerire. Che si tratti di filetto di manzo al pepe verde o di un ciuffo di erbacce maleodoranti sul ciglio della strada, i cani vi si avventano spesso con lo stesso entusiasmo. Spetta a noi verificare che gli alimenti scelti per la loro dieta non possano dar luogo a manifestazioni di intolleranza o allergie.
In origine i cani si alimentavano esclusivamente di carne e di piccole quantità di vegetali predigeriti dalle loro prede. Con l’avvento dell’alimentazione industriale si è iniziato ad utilizzare anche latticini, grano, mais, soia ed altro in aggiunta. Sempre più cani, però, hanno iniziato a mostrare intolleranza a questi nuovi ingredienti tramite effetti collaterali negativi.

Ecco i 5 sintomi principali che indicano una eventuale allergia nei confronti dei cereali.

1. Irritazione della pelle: in molti cani l'allergia ai cereali si manifesterà come una irritazione sulla superficie della pelle, causando spesso prurito e formazione di croste. Se notate il vostro cane grattarsi, in particolare intorno al muso, potrebbe essere necessario esaminare la scelta del miglior cibo "grain free" (= privo di grano/cereali) per alleviare questi sintomi.

2. Problemi digestivi: i cani, proprio come le persone, processano carne e verdure in modo molto più efficiente rispetto ai cereali. Quando il cane è allergico ai cereali e non viene alimentato con il miglior cibo "grain free", si possono verificare problemi di vomito, diarrea o evacuazioni frequenti (più di due al giorno).

3. Otiti: sintomi comuni di intolleranza ai cereali nei cani sono le infezioni dell'orecchio ricorrenti. Se il vostro cane si gratta o porta le zampe frequentemente alle orecchie, può essere un segno di intolleranza alimentare.

4. Affezioni alle ghiandole anali: nonostante sia normale per un cane, cercare sollievo sfregando di tanto in tanto la superficie delle proprie ghiandole anali, se notate che il vostro cane lo fa con una certa frequenza, significa che potrebbe essere un sintomo di affezione da allergia alimentare. Il sintomo può essere un vero problema, perché può portare anche alla rottura delle ghiandole stesse. Ai primi segni dell’aggravarsi del sintomo si consiglia di rivolgersi subito al veterinario.

5. Cambiamenti comportamentali: uno dei migliori metodi per identificare un'allergia ad un cane è quello di usare il proprio intuito per osservarne i cambiamenti di comportamento. I cani tentano infatti di nascondere i propri disagi, perciò è necessario osservarli bene per coglierne fin da subito i primi sintomi come il graffiare, un senso di indisposizione o letargia. In questo modo si riesce a sistemare il problema prima che si trasformi in qualcosa di più serio.


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Grain Free/Maiale, Patate dolci e Mele – Animondo - cane adult 
La linea di alimenti Animondo è priva di cereali, naturale, nutriente, facilmente digeribile. 

giovedì 18 aprile 2019

Parassiti e insetti molesti: come proteggere il cane e il suo riposo con la Permetrina

Spesso gli insetti che tormentano il nostro Fido s’infilano nella cuccia e non ci resta che disinfestare. Non sarebbe bello avere una cuccia.. repellente?
La ricerca veterinaria ha già pensato a come proteggere il riposo del nostro Fido trattando la cuccia con la Permetrina, un principio attivo assolutamente inodore, registrato nel 1977 alla Protezione Ambientale degli Stati Uniti come repellente e antiparassitario di estrema sicurezza (impiegato persino contro i pidocchi dei bambini). La statunitense Insect Shield ha studiato una formula che consente alla Permetrina di legarsi perfettamente alle fibre dei tessuti, e di mantenere la sua efficacia a lungo nel tempo, più o meno quanto  quella del tessuto stesso, prima che si rovini per l’usura (la casa ha testato una durata sino a 70 lavaggi o meno, a seconda della fibra trattata e della frequenza fra un lavaggio e l’altro).
La Permetrina tiene lontani molti tipi di insetti e parassiti he pungono, che vivono sulla cute del cane o che possono trasmettergli malattie.
In particolare, la Permetrina è efficace contro:


 Zanzare
Ve ne sono migliaia di specie, ma solo le femmine pungono, poiché necessitano di sangue per riprodursi.
Vivono in media 3-4 settimane e riescono a deporre sino a un migliaio di uova, in grado di schiudersi in sole 48 ore. Esse vivono e prosperano in ambienti umidi e in un clima relativamente caldo: terreni bagnati, pozze, fossati o qualsiasi altro ricettacolo d’acqua, persino l’abbeveratoio del cane, o il sottovaso dei fiori. Meglio prestare attenzione, svuotare, coprire o trattare con larvicidi tutte le zone domestiche di possibile ristagno.
Mentre i maschi rimangono vicini al loro luogo di nascita, le femmine volano lontano alla ricerca di sangue. Le loro prede sono le più disparate, dai cavalli ai bovini, dagli uccelli ad altri piccoli animali fino all’uomo. Sono attratte da vari fattori, come l’anidride carbonica espirata, il grado di umidità, il colore, il movimento o persino certi profumi. Esse colpiscono maggiormente al mattino e al tramonto, ma per lo più sono sempre attive, di giorno e di notte. La loro puntura è di per sé poco più che fastidiosa, ma la loro saliva può provocare reazioni allergiche di varia entità - dal prurito ai rigonfiamenti della pelle sino a situazioni più gravi - o veicolare virus di malattie pericolose, quali la malaria, il virus del Nilo occidentale, la filaria, o l’encefalite equina.

Zecche
Le zecche sono parassiti con otto piccole zampe che si attaccano al corpo di molti piccoli animali, come i roditori, ma anche di cani o cavalli per succhiarne lentamente il sangue sino a gonfiarsi. Con il loro apparato boccale colpiscono qualsiasi parte del corpo, nel cane, in particolar modo, la testa, il collo, le orecchie o gli spazi delle dita. Come le zanzare sono pericolose, perché tramite la loro saliva possono trasmettere malattie anche gravi, come la borreliosi di Lyme, l’ehrlichiosi, le febbri bottonose da rickettsiae, la tularemia, la febbre Q, la babesiosi e l’encefalite virale.
Ve ne sono centinaia di specie. Di soliti preferiscono i luoghi umidi e ombrosi, come i boschi, fra i cespugli e le foglie cadute o nei campi erbosi. Sono più attive in primavera o nelle giornate calde, ma possono sopravvivere anche d’inverno e stare per anni senza nutrirsi in attesa di una preda. Esse non volano, né saltano. Per passare su un ospite ne devono entrare in contatto: salgono su sporgenze e ciuffi d’erba ed attendono il passaggio di qualche animale a sangue caldo al quale attaccarsi.
Per prevenire le zecche è necessario effettuare trattamenti antipulci e anti-zecche e spazzolare regolarmente il cane, specialmente al ritorno da passeggiate tra i boschi: controllare passando le dita delle mani leggermente contropelo alla ricerca di piccoli noduli o sporgenze di 2-10 mm. Controllare anche i bambini dopo i giochi all’aperto, anche sui capelli e sugli indumenti. Meglio tenere l’erba del prato ben tagliata, rimuovere le foglie e potare gli alberi con frequenza per lasciar passare la luce del sole che toglie l’umidità dal terreno
Per staccare una zecca dalla pelle del cane, afferrarla delicatamente con una pinzetta stando il più vicino possibile alla pelle del cane, e tenendola saldamente, tirare verso l’esterno, facendo attenzione a non strattonare o ruotare troppo, perché potremmo spezzarla e lasciare nella pelle l’apparato boccale. Il maschio della zecca in genere si stacca subito, mentre la femmina richiede più pazienza. Bagnare abbondantemente con l’alcool.
Una volta staccata, disinfettare la zecca va bruciata o immersa nell’alcool. Non va assolutamente buttata per terra e schiacciata, perché in tal modo proseguirebbe il suo ciclo naturale: una volta gonfia e staccata dall’animale partorisce oltre 500 uova e muore, infestando l’ambiente.
Infine, disinfettare con cura la ferita.



Pulci
Sia le pulci maschio che femmina succhiano il sangue. Sono molto piccole e prive di ali, ma incredibilmente abili al salto. Fra le specie più comuni e più fastidiose vi è proprio la “pulce del cane”, marroncina, robusta e stretta. Si nutrono di diversi animali, come i cani, i gatti, i roditori e gli esseri umani.
Le uova si schiudono da 1 a 12 giorni dalla deposizione, e la larva completa il suo stadio da bozzolo a pupa nel giro di una o due settimane. Una volta adulta è pronta per cercare il suo pasto di sangue. Per le uova le pulci prediligono ambienti caldi e umidi, mentre per la loro attività si spostano in zone calde e secche.
Le pulci tendono ad annidarsi prevalentemente nella zona di riposo del cane, ma le loro uova possono cadere anche dal pelo del cane quando cammina, infestando ogni luogo dove soggiorna.
Oltre che trattare le aree del cane con sostanze antipulci, è sempre bene mantenere pulito e tagliato il prato, evitando zone umide ed accoglienti per le uova. Tenere il cane lontano dal contatto con animali selvatici e passare spesso con l’aspirapolvere le zone domestiche come cucce e tappeti.
Anche per questi parassiti il rischio maggiore è dato dal contatto con la loro saliva, che può provocare reazioni allergiche e prurito, oppure fungere da veicolo di gravi malattie. Anticamente le pulci hanno portato persino la peste, il tifo e la tularemia.

Mosche
Ne esistono ormai più di un milione di specie, sono alate, coperte di peli utili al tatto, all’odore e al gusto e vivono in qualsiasi zona e clima della Terra, tranne ai Poli.
Prediligono le zone ricche di spazzatura e di feci animali, ma poi si posano ovunque alla ricerca di cibo e di rifiuti, per questo risultano un pericoloso veicolo di patogeni di molti tipi di malattie, dalle più gravi come la febbre tifoide e il colera a quelle meno gravi, come infezioni di varia entità e dissenteria.
Esse si sviluppano tramite quattro fasi distinte di crescita: uovo (si schiude in 8-20 ore), larva (6-10 giorni), pupa (3-6 giorni) e adulto (15-31 giorni). Anche se hanno una vita breve, sono in grado di riprodursi molto facilmente, tanto che ciascuna mosca può arrivare a deporre anche un migliaio di uova all’interno di qualsiasi materiale biologico in decomposizione. Nello stadio di larve le mosche si nutrono prevalentemente di carne e di feci, ma una volta adulte preferiscono qualsiasi tipo di cibo zuccherino e volano senza ritegno attorno a persone e animali a caccia di qualcosa che le soddisfi.

Formiche
Anch’esse, come le mosche sono estremamente diffuse e ne esistono moltissime varietà di specie. Prediligono i climi caldi e tropicali, ma sopravvivono benissimo in qualsiasi zona. Le specie che si trovano nei climi temperati o freddi sono meno pericolose, mordono raramente le persone. Ve ne sono alcune specie, però, come le formiche, rosse, il cui morso può provocare un fastidioso bruciore o una reazione allergica più significativa anche grave, specialmente per i soggetti più sensibili.
I formicai si trovano ovunque in natura, sotto il terreno, in zone buie e nascoste come un tronco cavo, ma non di rado si possono trovare nidi anche nelle zone abitate, lungo i marciapiedi o in qualche anfratto o fessura dei luoghi domestici. In tal caso è necessario intervenire con i prodotti anti-formica per debellarli e disinfestare la zona.

Ragnetti rossi
I ragnetti o acari rossi sono degli aracnidi sostanzialmente innocui per l’uomo e per gli animali domestici, ma i morsi delle loro larve possono causare allergie. Le larve sono piccolissime, tanto che quasi non si vedono ad occhio nudo. Nascono a sei zampe, in primavera e vanno in cerca di prede di cui nutrirsi: con i loro artigli si attaccano alla pelle (per lo più delle foglie, sono fitofagi!), iniettano la loro saliva che liquefa le cellule della pelle e se ne alimentano. Dopo circa 4 giorni, crescono al punto da mutare stadio e si sviluppano sino a divenire adulti a 8 zampe, molto piccoli, ma visibili a occhio nudo. In realtà la maggior parte delle specie dei ragnetti rossi è fitofaga, e infesta solo le piante, oppure si ciba anche di altre larve dannose, di altri aracnidi, di sostanze in decomposizione o di escrementi di uccelli.
Amano il clima caldo e quindi la stagione primaverile o estiva, ma stanno preferibilmente al fresco, in zone ombreggiate. Spesso il genere Balaustium murorum lo troviamo su balaustre e terrazzi o lungo i muretti del giardino. Non serve ucciderli, basterà tenerli lontani. Se si attaccassero ai vestiti o alla pelle è sufficiente sciacquare bene la parte con acqua calda e sapone. Attenzione poi a non schiacciarli, lascerebbero macchioline rosse sui vestiti, davvero difficili da smacchiare!

Moscerini
Anche i moscerini, ben più piccoli di una mosca, sono piuttosto innocui, ma si muovono in gran numero sciami e sono fastidiosi. Alcune specie si comportano come le zanzare, le cui femmine, per riprodursi, succhiano il sangue.
Vivono in ogni parte del mondo, ma soprattutto nelle zone umide, come le coste marine o lacustri, o le paludi.
I moscerini che mordono lo fanno più frequentemente all’alba o la tramonto, e quando attaccano volano in gran numero. Le loro punture quasi non si avvertono, ma subito dopo può nascere prurito o altre eventuali reazioni allergiche. Raramente i moscerini riescono a veicolare patogeni di gravi malattie come le zanzare, le mosche o le pulci.


Considerato l’ampio raggio di azione contro tutte queste  tipologie di parassiti la Permetrina si dimostra dunque una scelta ottimale per trattare la stoffa della cuccia e proteggere il riposo del nostro Fido.
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Avvertenza: I materiali trattati alla Permetrina sono ideali e sicuri per il nostro Fido, possono entrarne a contatto anche i cani giovani o le femmine in gravidanza, non vi è alcuna controindicazione.
Qualche problema di intolleranza potrebbe nascere però con i gatti, che non risultano compatibili a questo principio attivo. In assenza di una letteratura scientifica approfondita sulle conseguenze e le controindicazioni per i felini, è preferibile tenerli lontano dalle cucce trattate alla Permetrina. D’altro canto si sa, alle volte fra cani e gatti non corre buon sangue!











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Fonti:

mercoledì 20 marzo 2019

Sempre più freddo o sempre più caldo?


La maggiore preoccupazione di questi ultimi anni è stata dedicata al global warming, ovvero al (sur)riscaldamento globale della temperatura dell’atmosfera terrestre e degli oceani a causa dell’attività umana. L’aumento esponenziale della popolazione e delle attività industriali e agricole intensive immette infatti in atmosfera una quantità tale di anidride carbonica ( “biossido di carbonio”) da riuscire ad alterare l’equilibrio fra temperatura dell’atmosfera, temperatura interna del pianeta e irraggiamento solare.  In questo modo si innalza gradatamente la temperatura media dell'atmosfera terrestre e degli oceani e si assottiglia o si compromette lo strato di ozono protettivo attorno al pianeta.
Sempre più caldo, dunque? Quasi.
Molti studiosi si aspettano invece una Piccola era Glaciale per i prossimi 80 anni o più.

I dati stabiliscono che fa sempre più caldo
In molte zone del pianeta:
-aumentano le zone colpite da siccità
-parecchi animali (ben più di 270 specie) sono forzati a spostarsi nelle zone più fresche, in direzione dei poli
-gli uragani e i cicloni sono più frequenti
-i ghiacciai della Groenlandia e della zona artica si stanno fondendo molto più velocemente, nell’ultima decade
L’incremento anomalo di acquazzoni, trombe d’aria, terremoti e sbalzi climatici stagionali si sta verificando sotto i nostri occhi ormai da qualche anno. Senza contare la stagione particolarmente siccitosa che ci ha colpito immediatamente prima di questa estate così straordinariamente piovosa e capricciosa.
Nella regione artica (Polo Nord) numerose rilevazioni certificano la diminuzione e l’assottigliamento dei ghiacciai. Anche la nuova sonda Cryosat 2 del 2010 conferma il dato. La NASA mostra i grafici del cambiamento, mentre alcuni studiosi dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) ipotizzano addirittura lo scioglimento di tutti i ghiacciai nordici attorno al 2030, se non prima (1).

Paradossalmente, questo produrrà sempre più freddo
Tutta l’acqua più fredda e dolce proveniente dai ghiacciai in disfacimento, infatti, finirebbe col rallentare la preziosa azione della Corrente marina del Golfo, che da sempre mitiga le coste dell’Europa Settentrionale. Questo finirebbe col far scendere le temperature ed innescherebbe una vera e propria nuova “Era glaciale (Europea)”.
Il fenomeno non sarebbe nuovo, da almeno 400mila anni sulla Terra le ere glaciali si susseguirebbero ciclicamente ogni 100 mila anni (circa), alternati a brevi periodi interglaciali più caldi della durata di 10mila anni (circa). Poiché noi ci troveremmo proprio alla fine di un periodo interglaciale iniziato circa 11 mila anni fa, gli indizi giocano a sfavore: il nuovo freddo pare inevitabile. Unica consolazione: la mutazione geoclimatica ci metterebbe circa un secolo per assestarsi, non solo pochi giorni come immaginato nel drammatico film “The Day After Tomorrow”.
O forse no...
Le ere glaciali paiono innescarsi in concomitanza della diminuzione ciclica dell’irraggiamento solare e la netta diminuzione dell’attività solare dei questi ultimi anni (il 2009 ha registrato il minimo del secolo) sembrerebbe avvalorare l’ipotesi dell’inevitabile raffreddamento. Per fortuna, però i dati forniti da alcuni scienziati “eco scettici” ci danno una qualche speranza: la riduzione dell’attività solare porterebbe ad un calo di temperatura attorno agli 0,1° C  /  0,3° C, mentre il riscaldamento prodotto dai gas serra porterebbe ad un aumento di temperatura di 3.7°C  / 4.5°C. Se i gas serra scaldano più di quanto la ridotta l’energia solare riesce a raffreddare, l’era glaciale si allontana nel tempo.

Intanto il ghiaccio aumenta al Polo Sud
Mentre al Polo Nord il ghiaccio si ritira,  al Polo Sud il ghiaccio aumenta. Secondo gli esperti anche questa è una conseguenza del riscaldamento:

-con l’aumento delle temperature i ghiacci al Polo Nord si assottigliano e si sciolgono per primi (l’Antartide invece, è più resistente, in quanto non è costituita da solo ghiaccio, è un vero e proprio continente, isolato e lontano dal resto delle terre emerse)
-l’aumento di acqua dolce fredda  rallenta la Corrente del Golfo, raffreddando le temperature dell’Europa Settentrionale
-l’aumento delle temperature incrementa l’evaporazione, che in Antartide condensa in abbondanti nevicate e nuova formazione di ghiacci
- il buco dell’ozono formatosi sopra l’Antartide contribuisce a creare una circolazione di correnti atte a mantenere bassa la temperatura sull’area, nonostante il riscaldamento globale
-Jiping Liu, ricercatore del Georgia Institute of Technology, asserisce che in ogni caso, nel giro di pochi decenni il restringimento del buco dell’ozono e l’aumento dei gas serra porterà alla decrescita dei ghiacci anche nella zona Antartica.

Certo, dobbiamo ammettere che è parecchio complesso e laborioso. Farà sempre più freddo anche se fa sempre più caldo? Dobbiamo aumentare o diminuire i gas serra? Il buco dell’ozono è un bene o un male?
Davvero difficile percepire le macromutazioni geoclimatiche del nostro gigante Terra. Agli scienziati l’arduo compito di formulare ipotesi verosimili, scevre da ideologie e manipolazioni politiche, per aprirci la via a nuovi scenari e prospettive.

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1- I grafici di rilevamento della zona artica mostrano una tendenza generale verso il basso del volume del ghiaccio  e una lieve tendenza verso l’alto delle temperature medie. importante ricordare che si tratta di tendenze sostanziali, che registrano la media dell’andamento dei grafici. Ogni registrazione subisce importanti variazioni a seconda dei mesi, degli anni e delle singole stagioni, e persino a seconda dei giorni.
riscaldamento globale
Sono stati riscontrati anche picchi in controtendenza, come quello relativo al significativo aumento dei ghiacci nel 2012, che ha fatto pensare ad una possibile inversione del fenomeno.
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Fonti:
http://globalwarming.altervista.org/
http://www.centrometeoitaliano.it/nuova-era-glaciale-porte-potrebbe-durare-80-anni-27-05-2014-14888/
http://www.centrometeoitaliano.it/mai-cosi-sottili-i-ghiacci-del-polo-nord-808/
http://www.lastampa.it/2014/02/25/scienza/ambiente/green-news/il-rallentamento-della-corrente-del-golfo-e-il-rischio-di-una-nuova-glaciazione-TIYTlsL9oqXLgKxkzzFYkM/pagina.html
http://www.skepticalscience.com/translation.php?a=53&l=17
http://www.ilsussidiario.net/News/Scienze/2014/1/8/NUOVA-GLACIAZIONE-L-esperta-no-il-super-freddo-negli-Usa-e-colpa-del-riscaldamento-globale/457074/
http://www.ilsussidiario.net/News/Scienze/2014/1/8/NUOVA-GLACIAZIONE-L-esperta-no-il-super-freddo-negli-Usa-e-colpa-del-riscaldamento-globale/457074/
http://www.repubblica.it/ambiente/2010/08/16/news/clima_poli-6316246/
http://www.focus.it/cultura/storia/aumentano-i-ghiacci-al-polo-sud-ma-attenti-a-false-interpretazioni
http://www.centrometeoitaliano.it/spiegato-perche-aumentano-ghiacciai-polo-sud-3-aprile-2013/
http://www.skepticalscience.com/translation.php?a=184&l=17    
http://www.ilnavigatorecurioso.it/2013/09/09/i-ghiacci-del-polo-nord-aumentano-del-35-rispetto-al-2012-e-cominciato-il-raffreddamento-globale/

martedì 26 febbraio 2019

Amico Compost


Perché raccogliere i rifiuti organici e trasformarli in compost? 
In fondo che male fanno, tanto non sono biodegradabili?

In realtà i rifiuti organici sono scomodi e occupano un grande volume: ben più della metà dei rifiuti domestici è di natura organica. Il vero probema è che:

  • in discarica producono fermentazione e liquido dannoso (percolato) che può scendere in profondità, sino ad inquinare le falde acquifere 
  • in qualsiasi tipo di stoccaggio  necessitano di adeguata cura e manutenzione (canali di raccolta, pozzetti, scoli adeguati)
  • negli inceneritori rallentano la combustione, a causa del loro alto tasso di umidità 
E allora perché non raccoglierli separatamente dal resto dei rifiuti e lasciarli “biodegradare” come vuole natura? Se ne può trarre un ottimo fertilizzante per reintegrare le sostanze dei suoli agricoli, sempre più impoveriti da agricoltura chimica intensiva. Evitiamo sprechi, inquinamento e distruzione di risorse primarie!

Per tempi lunghissimi l’uomo è sopravvissuto di soli frutti e raccolti spontanei. Il terreno si riequilibrava in modo naturale e l’humus si accumulava col ritorno di materia vegetale ed animale decomposti. Con le prime colture della terra l’uomo ricreava humus con escrementi animali, foglie e rifiuti di attività agricole e sociali. Ai tempi dei feudi e dei castelli arroccati e chiusi, dove l’uomo doveva imparare a vivere in spazi angusti per necessità e per difesa, nacque l’arte di compostare i rifiuti che uomini, bestiame e colture agricole producevano in spazi ristretti. Si raccoglievano i rifiuti organici e scarti di fibre vegetali in cumuli, controllando che non vi fosse mai eccessiva umidità o eccessiva esposizione al sole, in modo che i vari materiali opportunamente mescolati e protetti, potessero fermentare e decomporsi, per tornare nuovamente alla terra come fertilizzante prezioso.
Altro che concimi chimici!

HUMUS = HOMO
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Fonte: “Compostaggio”, stampa informativa (su carta riciclata) degli anni ’90 patrocinata dalla Regione Lombardia, dal Comune di Mantova, Azienda Servizi Municipalizzati di Mantova, dal Consorzio Intercomunale Mantovano per l’Ecologia. Testi a cura di Mario Odini.







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giovedì 21 febbraio 2019

La displasia dell’anca nel cane





La displasia nel cane colpisce l’articolazione coxofemorale. 
Si tratta di una malformazione che non consente la perfetta corrispondenza della cavità sferica (acetabolo) delle ossa del bacino alla testa sferica del femore. Questo porta all’usura e all’erosione delle cartilagini dell’articolazione e instabilità della stessa: il bacino del cane si muove scorrettamente e compromette seriamente la sua deambulazione.